Un palazzo musicale nel cuore di una delle città tedesche più belle. A Dresda, quando piove è musica!
Si chiama Funnel Wall ed è situato nella Neuestadt di Dresda, all’interno del famoso Kunsthofpassage (“il passaggio nel cortile dell’arte”). Considerata una delle principali attrazioni turistiche della città, questa strana casa musicale è una meta obbligatoria per gli amanti dell’arte, dell’architettura e del design. Anche i musicisti potrebbero restare stupefatti dalla melodia prodotto dagli imbuti che ne percorrono la facciata.
L’idea è venuta alla scultrice Annette Paul e ai designer Cristoph Rossner e Andre Tempel ed è caratterizzata dalla presenza di tubi e grondaie che trasformano la pioggia in piacevoli suoni. Tubi e coni metallici, a contatto con il ticchettio delle gocce che cadono, creano un’originale sinfonia. Oltre alla gradevole melodia, gli elementi rendono l’architettura allegra e colorata, avvicinando i visitatori alla fruizione dell’arte e della musica.
Il progetto si inserisce in uno, più ampio, che coinvolge tutta la parte nuova di Dresda. Altre installazioni riguardano il tema della luce, della metamorfosi e degli animali.
Soprannominata “la Firenze dell’Elba”, il quartiere di Dresda è uno dei più visitati della città per la sua importanza storica e i pittoreschi palazzi. L’alto valore artistico che li connota ha fatto si che questa zona divenisse patrimonio UNESCO.
Come scrisse Jerome K. Jerome, “tutto ben considerato, Dresda è forse la città più attraente della Germania; ma è uno di quei luoghi in cui si dovrebbe vivere per qualche tempo, non passarvi per una visita frettolosa. I suoi musei, le sue gallerie, i suoi giardini e i suoi bei dintorni, ricchi di ricordi storici, formano la gioia del viaggiatore che vi sosta per una stagione, ma disorientano chi vi rimane una settimana. Dresda non ha il gaio movimento di Parigi o di Vienna di cui si è presto sazi, il suo fascino è più solidamente tedesco e più duraturo. Quella è la mecca degli appassionati di musica. A Dresda, per cinque scellini, si può prendere una poltrona al Teatro dell’Opera, contraendo, ahimè, una forte avversione per gli spettacoli dei teatri d’opera inglesi, francesi o americani”.
Articolo a cura di Laura Corchia
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