Considerato una delle sette meraviglie del mondo, il Taj Mahal in India racconta anche di una grande storia d’amore: fu voluto dall’imperatore Shah Jahan per amore della moglie Mumtaz Mahal, principessa di Persia.
Il Taj Mahal, che letteralmente significa “il palazzo della corona”, è uno splendido palazzo situato nella città di Agra. Secondo la tradizione, fu voluto dall’imperatore Shah Jahan per onorare la promessa fatta alla moglie quando ella era ancora in vita.
Una storia d’amore nata nel 1607, quando l’imperatore vide per la prima volta la sua futura moglie in un bazar. La ragazza stava provando una collana di diamanti ed egli, completamente avvinto dalla sua bellezza, pagò senza esitare il gioiello. Il matrimonio fu celebrato diversi anni dopo perché gli astrologi non riuscivano ad individuare una data favorevole e propizia. Nonostante l’imperatore avesse altre mogli, il suo legame con la bella Mumtaz Mahal fu fortissimo ed unico. Ebbero quattordici figli ma, proprio mentre nasceva l’ultimo, Mumtaz morì. Prima di lasciare questo mondo, fece promettere al marito che non si sarebbe più sposato e che le avrebbe costruito un monumento funebre, il Taj Mahal.
L’imperatore sprofondò in un dolore fortissimo. La fece seppellire in una bara d’oro nella città imperiale di Agra ed intanto commissionò la costruzione del mausoleo.
I lavori per il Taj Mahal ebbero inizio nel 1632 e tennero impegnati tantissimi artigiani anche europei. Uno di essi era italiano e si chiamava Geronimo Veroneo. Le imponenti murature del palazzo, in marmo bianco, furono adornate con gemme preziose e semi preziose: turchesi tibetani, lapislazzuli afghani, zaffiri e diamanti. Secondo un’altra leggenda, Shah Jahan fece amputare le mani a tutti gli artigiani che avevano lavorato alla costruzione ed alla decorazione dell’edificio per impedire loro di realizzare altri palazzi che potessero oscurarne la maestosità e la bellezza. Morì nel 1688 e fu sepolto accanto alla sua amata.
I due innamorati ora riposano insieme, in un edificio considerato ormai simbolo di amore eterno, «una lacrima di marmo, ferma sulla guancia del tempo».