Roma e le fontanelle rionali: 9 giochi d’acqua assai curiosi!

Roma è una città ricca di percorsi turistici alternativi ed originali. Con questo articolo vi portiamo alla scoperta delle fontanelle più curiose della città!

Roma ha sempre avuto fin dalle sue origini un legame molto forte con l’acqua, sempre presente grazie agli imponenti acquedotti costruiti sin dall’antichità. Con la loro sistemazione e la costruzione di nuovi acquedotti a partire dal Rinascimento, molte furono le fontane (più o meno monumentali) ad essere state costruire in città, tanto da divenire parte integrante dell’arredo urbano e divenendo veri e propri simboli cittadini. Qualche esempio? La scenografica Fontana di Trevi, la portentosa Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona e ancora la celebre Barcaccia a piazza di Spagna. Ma Roma è fatta anche di tante piccole fontanelle che potremmo definire “sorelle minori” delle più monumentali. Quali? Le nove Fontanelle Rionali realizzate appositamente per il Comune di Roma negli anni ‘20 del secolo scorso dall’architetto Pietro Lombardi. Il loro nome si collega non solo alla loro effettiva posizione – ciascuna infatti è posta in uno specifico rione/quartiere cittadino – ma anche al simbolo del luogo!

Nel cuore della Suburra, il rione più antico della città, e precisamente in via di San Vito, è possibile ammirare la Fontana dei Monti. E’ così chiamata perché raffigura i tre colli su cui si estendeva, all’epoca della realizzazione, questo importante quartiere romano: l’Esquilino, il Viminale e il Celio.

Altro importante rione cittadino fin dall’epoca romana è Testaccio e qui, nella sua piazza principale, possiamo ammirare la Fontana delle Anfore: questo era infatti, in antichità, il quartiere del commercio e del traffico mercantile e questo tipo di recipiente era il più diffuso dell’epoca. Quando veniva usato per il trasporto dell’olio, doveva essere smaltito in un’apposita discarica, il Monte dei Cocci: la parola cocci viene da testae, la parola latina che indicava proprio i frammenti ceramici!

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Spostandosi sull’altro lato del Tevere, si raggiunge il quartiere più caratteristico di Roma: Trastevere. Qui sono state collocate ben due simpatiche fontanelle: la Fontana del Timone sul Lungotevere Ripa, in ricordo dell’antico e importante porto cittadino rimasto in uso fino alla fine del 1800; e la Fontana della Botte in via della Cisterna, che porta nel nome il chiaro riferimento alle botti che venivano usate per trasportare il vino dei Castelli, con a lato due misure di vino da un litro. Nessuno stupore: il rione, pieno di botteghe ed osterie, è da sempre zona popolare dedicata al divertimento “by night”!

Seguendo il corso dei fiume, si giunge nell’area del rione Borgo, il quartiere del Vaticano e anche qui si possono ammirare ben due fontanelle. La più “sacra” è la Fontana delle Tiare, posta accanto al Colonnato di San Pietro, appena superata Porta Angelica e così chiamata perché presenta le grandi tiare papali con le immancabili chiavi di San Pietro e lo stemma del Rione Borgo. Non lontano da Castel Sant’Angelo, si trova invece la Fontana delle Palle del Cannone, così chiamata perché proprio dalla terrazza del Castello si sparava con i cannoni e la fontana presenta infatti una “minacciosa” piramide di palle di cannone, proprio come quelle usate in passato!

In piazza San Marco, accanto a piazza Venezia, proprio davanti alla Basilica di San Marco, si trova invece la Fontana della Pigna che riproduce la monumentale pigna oggi ai Musei Vaticani, simbolo dell’intero rione e che doveva trovarsi molto probabilmente all’interno delle Terme di Agrippa, poste nell’area vicino al Pantheon. In via degli Staderari, vicino alla basilica di Sant’Eustachio, vi è invece la Fontana dei Libri: al centro presenta una testa di cervo con la croce posta tra le corna, in ricordo dell’apparizione miracolosa di Cristo al soldato romano Eustachio (venerato nella vicina basilica appunto), mentre a lato si notano delle coppie di libri antichi, simbolo dell’Università della Sapienza, nel cui cortile si trova la straordinaria chiesa di Sant’Ivo, capolavoro barocco di Francesco Borromini.

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In via Margutta infine, non poteva che essere realizzata dal Lombardi la Fontana degli Artisti. Qui i protagonisti dell’opera sono tavolozze, compassi e attrezzi vari del mestiere, tutti sormontati da un secchio pieno di pennelli e con due mascheroni posti sui cavalletti: uno allegro, l’altro triste a rappresentare proprio il destino e l’animo dell’artista!

Autore: L’Asino d’Oro Associazione Culturale

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