Oggetto di numerosissimi documentari, il Parco Nazionale del Serengeti in Tanzania rappresenta il lato più selvaggio dell’Africa. Qui, tra safari e tour fotografici, la leggenda incontra la realtà.
Il Parco Nazionale del Serengeti è il più antico e vasto della Tanzania, con una superficie di 14.743 kmq e il suo nome di origine Masai che significa “Pianura senza confini”.
Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, il parco è stato dichiarato Riserva Internazionale della Biosfera nel 1981. Ogni anno, i suoi vasti territori sono attraversati da milioni di erbivori, soprattutto gnu e zebre. I tanti animali che dimorano nel parco si nutrono di pascoli ricchi di calcio, potassio e carbonato di sodio, minerali dovuti al suolo vulcanico e molto utili durante l’allattamento. Tra i predatori, qui i leoni primeggiano, ma vi sono anche ghepardi, leopardi, sciacalli, iene, avvoltoi e qualche esemplare di licaone.
Le praterie sono interrotte dai Kopjes, enormi formazioni granitiche che talvolta recano pitture rupestri eseguite dalle antiche tribù Masai. Lungo i fiumi si possono osservare coccodrilli e ippopotami.
La vegetazione del Parco Nazionale del Sergenti è quella tipica della savana: acacie ad ombrello ed erbe basse che consentono facili avvistamenti.
Nel Sergenti, oltre ai mammiferi, si possono vedere lucertole, scarabei, struzzi ed aquile. Indescrivibile è il senso di libertà che si respira e la bellezza della pianura che si estende a perdita d’occhio.
Tanzania e Parco Nazionale del Sergenti: quando è meglio andare?
Il periodo migliore per visitare la Tanzania e Parco Nazionale del Sergenti è tra fine dicembre e marzo, quando nel sud è possibile osservare le mandrie ferme per la riproduzione e per il parto, o tra giugno e settembre, periodo in cui i predatori sono appostati in attesa di godersi un lauto pasto.
Come arrivare al Parco Nazionale del Sergenti
L’aeroporto più vicino al Sergenti è il Kilimanjaro Airport.